Il posto dell'uomo
di Emanuela Carli
Qual e' il piu' grande problema dell'uomo? Secondo me e' quello di sentirsi altro rispetto al resto del regno animale.
Non sara' facile per me sostenere questa tesi e so gia' che la maggioranza di voi lettori credera' strano se non folle quello che sto per scrivere.
L'Homo sapiens ha una caratteristica che lo differenzia dagli altri animali, una cosa che ha solo lui e nessun altro... la coscienza di se' e del mondo.
Mai potrei negare una verita' cosi' lampante, sarei cieca se non vedessi che e' cosi', perche' infatti e' cosi'.
Il punto e' che a parer mio affermare che l'uomo, siccome possiede questa caratteristica, e' migliore di tutto il resto, non solo non corrisponde a verita', ma e' un pensiero piuttosto pericoloso. Infatti credere di essere di piu' di qualcos'altro automaticamente mi autorizza a fare dell'altro quello che voglio.
E' in questo modo che l'uomo si e' comportato finora, in questo modo che continuera' a comportarsi fino a che non comprendera' di nuovo di essere parte di un sistema piu' grande e comprensivo: la natura, che egli crede con la sua mente di poter in qualche modo controllare.
In realta' la mente dell'uomo non puo' controllarla, perche' non puo' prevedere le continue variazioni che la natura subisce suo malgrado. Infatti essa non obbedisce a leggi a priori, ma cambia secondo il caso e si adatta secondo le esigenze di volta in volta diverse e inconoscibili a priori.
Con questo non voglio dire che l'uomo non puo' capire la natura, ma che egli puo' in parte comprenderne i meccanismi, ma per lo piu' solo quelli regolati da leggi di causa-effetto. L'imprevedibilita' di ogni giorno non e' sulla stessa frequenza delle nostre connessioni nervose e quindi ci resta sconosciuta.
Inoltre e' un errore pensare di poter definire l'uomo migliore rispetto agli animali per il fatto che lui abbia la coscienza, in quanto per poter paragonare due cose occorre che il carattere in esame appartenga ad entrambe.
E' chiaro che nella coscienza che ci caratterizza siamo migliori rispetto a tutti quelli che non ce l'hanno, ma questo non vuol dire che siamo migliori per tutto il resto.
Soprattutto perche' questo significa considerare la coscienza come il carattere piu' importante di tutti, come la cosa migliore che puo' capitare ad un essere vivente, e chi puo' dirlo. Chi puo' affermare che e' la coscienza il fine della vita...
Sarebbe come dire che un corridore e' migliore di un saltatore perche' la corsa e' piu' bella del salto, e come si fa a decidere?
A conclusione del discorso vorrei definire bene il mio pensiero, secondo me l'uomo, credendosi migliore degli altri animali, ha sbagliato e sbaglia ogni giorno in cui per questa superiorita' si permette di fare della natura il suo giocattolo preferito.
Secondo me, nel momento in cui egli riprendera' coscienza del fatto che cio' non e' non potra' far altro che muoversi di nuovo in essa in modo equilibrato.
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